
Vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte della gente esiste, ecco tutto. – Oscar Wilde
Ogni individuo ha la possibilità di iniziare a vivere la sua personale trasformazione imparando a lasciare andare ciò che non è più allineato a sé.
In questo weekend appena trascorso ho lavorato, insieme alla Scuola Associazione Arka con cui collaboro, all’interno dei 3 giorni esperienziali che hanno visto come protagonisti gli allievi del primo e del terzo anno di Master in Counseling.
Uno dei temi affrontati in questo tempo è stato quello del mutamento e della trasformazione.
Il serpente, una volta al mese circa, effettua la muta che consiste in una vera e propria perdita dello strato epidermico superficiale.
Allo stesso modo ogni individuo ha la possibilità di lasciare andare vecchie modalità quando sente che non sono più funzionali al buon andamento della vita.
Anni fa, all’inizio del mio Master in Counseling, ricordo che ero rimasta particolarmente colpita dall’esempio che una docente aveva fatto per spiegare l’approccio rogersiano.
Aveva paragonato l’essere umano al seme da cui può nascere una pianta.
Se prendi 5 semi identici e li sottoponi a differenti condizioni di luce, acqua, terreno e cure otterrai 5 piante molto diverse tra di loro. Quello che quei semi hanno fatto è dare il meglio di sé date le differenti condizioni di crescita a cui erano sottoposti.
Ognuno di loro presenta comunque al suo interno, al di là delle condizioni poi ricevute, tutte le risorse per poter crescere al meglio.
Allo stesso modo l’individuo ha in sé tutte le risorse che gli servono per crescere ed esprimersi al meglio all’interno della sua Vita, a prescindere dall’ambiente e dal contesto culturale in cui si sviluppa.
Per poter dare voce a queste risorse in modo da poterle recuperare e usare nel momento più opportuno è indispensabile abbracciare la propria Vita ed entrare con coraggio alla scoperta di se stesse.
Dico con coraggio perché non è sempre un percorso semplice e privo di ostacoli. Lavorare su di sé può richiedere molte energie e la voglia di investirle in un importante processo di trasformazione.
In questo articolo uso il termine ‘trasformazione’ con il connotato di mutamento ed evoluzione della propria persona.
Ma cosa serve, a tutti gli effetti, per poter attraversare una fase di trasformazione e in cosa consiste con precisione?
Lo stimolo a muoversi all’interno di una fase di trasformazione solitamente è dato da un problema, da una sofferenza che ci costringe ad entrare in contatto con alcune parti di noi che non sentiamo più allineate al nostro sentire.
A volte si può percepire in modo molto chiara la necessità di apportare delle trasformazioni alle nostre modalità di comportamento per poter ottenere, in cambio, i risultati desiderati.
A volte le persone vanno scosse, perché può capitare che la loro parte migliore si depositi sul fondo
E allo stesso tempo questo non significa che a questa consapevolezza faccia seguito con altrettanta chiarezza la necessità di intervenire attraverso un lavoro su di sé.
I fattori che, a mio avviso, è molto importante tenere in considerazione in una fase simile sono:
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I tempi
Una variabile oserei dire determinante.
Non rispettare il proprio sentire e i propri tempi in questo processo significa mettere in atto qualcosa che può essere spinto dall’esterno ma che non è allineato con un’altrettanta preparazione interiore.
E’ per questo motivo che quando si decide di intraprendere un percorso di crescita personale solo sulla base di una spinta che proviene dall’esterno il più delle volte o non funziona o non risulta completamente efficace.
Il rispetto dei propri tempi in questi casi ha quindi il significato di sentire quando c’è un vero e proprio allineamento tra il bisogno che percepiamo e la preparazione interiore ad affrontarne il soddisfacimento.
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Le resistenze
Questa parola si concretizza in un vero e proprio ostacolo al raggiungimento del tuo obiettivo.
Magari ti è capitato di pensare che fosse giunto il momento per apportare una trasformazione alla tua Vita e, allo stesso tempo, di percepire successivamente una sorta di impedimento al concreto verificarsi di questo avvenimento.
Impedimento che può attuarsi in una serie di ‘scuse’ che ti racconti pur di non iniziare a lavorare su quella trasformazione.
In questo caso la prima cosa che è utile mettere in atto è quella di sperimentare l’accettazione di queste forme di resistenze che possono essere legate o ad una modalità di protezione che si innesca di fronte al passaggio o a una non completa forma di preparazione all’evento.
Accettare le resistenze ti darà modo di accogliere, permettergli di assolvere la loro funzione principale e di vederle sparire al momento opportuno.
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La modalità
Sentire che è giunto il momento per cambiare pelle e recuperare tutte le energie indispensabili per farlo. Ecco i primi due step.
Come terzo passaggio è poi indispensabile saper definire anche quali sono le giuste azioni attraverso le quali concretizzare la trasformazione.
Con questo intendo dire che è bene prendersi il tempo per vagliare strumenti differenti che possono venire in nostro aiuto al fine di comprendere quale, tra questi, è quello che può fare al caso nostro.
In questo step attiva più che mai il tuo sentire ponendoti in ascolto del tuo intuito o della tua esperienza. Se sai che una modalità di lavoro su di te ha già funzionato in passato potrebbe dare il suo contributo anche ora. Se invece non hai idea di cosa può davvero intervenire al meglio in tuo supporto è ottimo che tu senta cosa suuggerisce il tuo intuito.
“Quando inizi a cambiare, quando inizi il viaggio che ti porta nel tuo spazio interiore, quando diventi un astronauta dello spazio interiore, e tutto si trasforma a grande velocità, ogni istante tremerà di paura. Ci sarà sempre più paura da affrontare. Lascia che ci sia. A poco a poco i cambiamenti inizieranno a piacerti tanto che sarai sempre pronto, a ogni costo. Il cambiamento ti darà vitalità… più vitalità, energia ed entusiasmo. Allora non sarai più come uno stagno… chiuso da ogni parte, immobile. Diventerai come un fiume che fluisce verso l’ignoto, verso l’oceano in cui si dissolve”.
(Osho)