
Questa settimana parto approfondendo un tema che spesso mi capita di trattare all’interno dei percorsi di counseling con le mie clienti. Un tema spinoso, impegnativo, che suscita diverse emozioni a volte non molto piacevoli.
Mi riferisco alla ‘PERFEZIONE’ e alla tendenza a voler essere perfetti, non accontentandosi spesso dei risultati ottenuti ma ambendo a raggiungere sempre di più. Una spirale che genera una pesante sensazione di frustrazione, tristezza, rabbia e a volte anche paura di non essere per nulla all’altezza.
La scorsa settimana durante il lavoro con una cliente le ho detto: “Come ti fa stare pensare di aver fatto del tuo meglio in questa situazione?”
Lei mi ha risposto: “Male, perché non riesco ad immaginare di fare del mio meglio, io sono sempre lì a pensare che devo ottenere un risultato perfetto”.
Il bisogno di essere perfetta o di ottenere risultati perfetti è molto rischioso perché mina la tua salute e, soprattutto, interviene sgretolando il tuo livello di autostima riducendola pian piano a vere e proprie briciole.
Le persone perfette non combattono, non mentono, non commettono errori e non esistono. (Aristotele)
Ma cosa si nasconde nella perfezione?
In realtà, come avviene per ogni comportamento, anche nella perfezione si nasconde un beneficio inconscio che non ci fa rendere conto della sua disfunzionalità. Questa è una delle domande più utili in assoluto che puoi decidere di farti quando senti che qualcosa è profondamente radicato in te da non riuscire ad uscirne:
“Qual è il beneficio che traggo dallo stare qui?”
Si lo so, sono certa che adesso ti starai dicendo: “Ma è evidente che non traggo alcun beneficio dallo stare in questa situazione, soprattutto se è una situazione per me non buona”.
Già, la tua parte razionale crede questo, che non c’è alcun beneficio. In realtà se lo chiedessi al tuo inconscio ti direbbe esattamente l’opposto. Ovvero, ti farebbe conoscere per filo e per segno i dettagli di quel beneficio.
Una volta che sarai riuscita ad oltrepassare l’apparente assurdità di questa domanda e ti sarai data una risposta, avrai aggiunto un pezzettino importante e forse anche risolutivo alla condizione che vivi e che ti fa sentire ingabbiata.
Ma torniamo al concetto di ‘perfezione’. Spesso dietro a questo atteggiamento ci possono essere queste motivazioni:
1. Tenere sotto controllo
Avere bisogno di essere perfetta spesso rappresenta una vera e propria forma di controllo. E’ una ferita che ti fa credere che puoi controllare quello che gli altri pensano di te, come ti considerano e, automaticamente, come si relazionano a te.
In un certo modo però questo significa che, consapevolmente o meno, stai attribuendo agli altri il potere di farti sentire bene. E questa è una mossa molto pericolosa perché ti allontana dalla consapevolezza che tutto ciò che ti serve per raggiungere la tua felicità e il tuo benessere si trova dentro di te.
In più essere perfetti comporta un impiego di energie davvero esorbitante e questo, a lungo andare, genera stanchezza fisica ed emotiva. Che a sua volta porta con sé pesanti emozioni di frustrazione e demotivazione.
L’esercizio che puoi sperimentare qui è proprio quello del lasciare andare, decidere di mollare il controllo, di fare qualcosa di diverso e di osservare cosa accade.
2. Bisogno di attenzioni
A volte puoi scegliere di essere perfetta per poter attirare le attenzioni delle persone care che vivono nella tua Vita. Magari lo fai pensando che solo in quel modo le persone ti ameranno, si accorgeranno di te, ti ammireranno, approveranno i tuoi comportamenti e riconosceranno i tuoi gesti. Lo fai perché senti di averle provate tutte e hai capito che solo quella modalità potrà renderti gradevole e visibile agli occhi altrui.
In questo caso, visto che ciò che sta alla base è proprio questo tipo di bisogno, ciò che può davvero essere molto utile è rispondere alla domanda:
“Come posso soddisfare questo bisogno in altro modo?”
Tutte le risposte che ne conseguiranno ti serviranno per fare un vero e proprio brainstorming su quante altre possibilità disponi per poter ricevere le attenzioni di cui necessiti.
3. Paura di sbagliare
Cosa genera in te l’idea di sbagliare? Paura, frustrazione, senso di colpa?
Questo dipende dall’associazione che fai a questa parola. Se per te sbagliare significa essere incapace, non avere le risorse per fare quella cosa, non essere all’altezza di quel compito è quasi certo che l’idea di sbagliare possa generare in te quanto scritto qui sopra.
Prova a creare un altro tipo di associazione mentale. Per fare questo esercizio alzati, fai due o tre passi per rimettere in circolo l’energia. Condisci il tutto con tre respiri belli profondi, poi risiediti da un’altra parte e a quel punto senti quale associazione nuova si è generata con la parola ‘sbagliare’.
Se ti sei ritrovata in una delle variabili sopra descritte e hai messo in atto uno degli esercizi descritti qualcosa dentro di te si è mosso ed è sicuramente cambiato. Questo è il primo piccolo passo verso la vera trasformazione di quel comportamento.
Cercare di essere perfetta non ti aiuterà ad evitare gli errori, non ti permetterà di tenere tutto ciò che gravita attorno a te sotto controllo né tantomeno ti consentirà di ricevere le attenzioni che tanto desideri.
Per riuscire a lasciare andare la perfezione prova a chiederti quale bisogno stai cercando di soddisfare attraverso la sua presenza. Una volta che ti sei data questa risposta domandati: “Cosa posso fare di diverso per soddisfare questo bisogno?”
Il senso è proprio trovare ciò che ti facilita nel soddisfare il bisogno. E nel lasciare andare la perfezione che hai acquisito per supplire alla mancanza di altro. Quando sarai riuscita a trovare le risposte giuste per te a questo processo, potrai salutare la perfezione e non rivederla mai più 🙂